Il concerto inizia con una puntualità strabiliante e, infatti, mi perdo la prima canzone, ma subito mi accorgo del potenziale dal vivo della band, la cui qualità è praticamente la stessa del disco. A guardarli sembrano proprio gli sfigati che vogliono essere: aspetto trasandati, magliette del loro stesso gruppo (le stesse acquistabili al banchetto a pochi metri dal palco) e jeans larghissimi, un pugno nell'occhio a tutti i modaioli e ai portatori dei jeans strettissimi caratteristici degli indie boys, di cui la platea è piena.
Nella sua prima parte lo show è spensierato e divertente, anche perché vengono presentati i brani più leggeri e ballabili che il pubblico accoglie con crescente entusiasmo; man mano che lo spettacolo va avanti, però, il trio cambia tiro, optando per sostituire la spensieratezza con la perizia strumentale. È un susseguirsi di diversi assoli in diverse canzoni, in cui si cimenta tanto il bassista quanto il chitarrista, ma soprattutto il batterista (sicuramente il migliore dal punto di vista tecnico, malgrado la sbronza che ha addosso, manifestatasi quando arriva per lui il momento di cantare una canzone tutta da solo).
Probabilmente gli Wave Pictures, con un repertorio vasto come il loro, di esibizione in esibizione variano di molto la scaletta, optando per la data all'Hey Sun! una setlist più votata al loro spirito rock e blues, venendo meno al folk-pop a cui hanno abituato, creando così un concerto (almeno per me) inaspettato, perdendo sicuramente in freschezza ma guadagnando in presenza e spessore musicale, scelta a mio avviso non adatta alla loro immagine.
Recensione a cura di Giacomo Falcon.
Progetto Felix.